sabato 12 gennaio 2013
MA IN PUGLIA LA SANITA' E' DAVVERO MIGLIORATA?
I dati ISTAT del 2007 permettono di rilevare alcune caratteristiche nel nostro sistema sanitario regionale.Il numero di medici e ancor più quello di infermieri per 100 posti letto è inferiore in Puglia sia al resto dell'Italia meridionale che al resto d'Italia complessivamente. Si tratta di un dato non nuovo che avevamo rilevato qualche anno fa
Infatti il Rapporto CEIS del 2008 scriveva: "Nella sanità pubblica lavorano 657 mila dipendenti, 11 per 1.000 abitanti, 17,8 a Bolzano, 8,9 nel Lazio, 9,3 in Puglia (dati 2006). Il personale in Italia dal 2000 al 2005 è aumentato dello 0,5%, maggiormente nel settore amministrativo. È diminuito in Lombardia (1,1%), Friuli (0,4%), Puglia (1,4%). In queste tre regioni la perdita non ha riguardato i medici che sono invece aumentati. La carenza di tecnologie rimane la malattia del sud e con essa la preferenza per le figure professionali elevate mentre restano carenti le figure che contribuiscono in modo determinante alla qualità dell’assistenza, cioè il personale infermieristico (infermieri, fisioterapisti, tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia, ostetriche, ecc..) e gli Operatori Socio Sanitari."
Anche nel rapporto CEIS del 2007 si rinviene lo stesso trend :"Dal 2000 al 2005 in Italia il personale del SSN è cresciuto del 2%, 9.7 % quello medico e 0.46 quello infermieristico. In Puglia è diminuito del 6.8%, quello medico è cresciuto del 6.8%, quello infermieristico è diminuito del 5.5%"
Ciò avviene mentre il tasso di ospedalizzazione rimane molto elevato sia rispetto al Sud che al resto dell'Italia.
Sebbene la Puglia sia riuscita a sottrarsi al Commissariamento governativo per il debito del bilancio sanitario, la cura del Piano di Rientro, consistente essenzialmente nel blocco del turnover e nel taglio dei posti letto, produrrà i suoi effetti sul piano contabile ma difficilmente sul piano della qualità e dell'attrattività del sistema.
La sproporzione tra medici ed infermieri è sintomatico di una gestione tendente a blandire i settori socialmente più elevati di questo macrosettore, ovviamente a fini clientelari. Le procedure assuntive dei medici sono più rapide di quelle degli infermieri ai cui concorsi si presentano migliaia di operatori. Concorsi di tal tipo hanno avuto in Puglia durata anche di 10 anni!
Scorrendo i bilanci 2012 delle ASL si osserva che mentre il costo del personale dipendente è diminuito per via del blocco del turnover, i costi della Medicina Generale, essenzialmente gli emolumenti ai medici di famiglia, sono aumentati senza che questo abbia prodotto la riduzione del ricorso all'ospedale. Anche questo rientra nelle gestioni orientate più al consenso dei ceti abbienti che agli interessi dei cittadini ammalati.
martedì 1 gennaio 2013
ALLE ARMI I SOLDI PER LA SANITA'
Il primo giorno dell'anno mi è capitata una lettura spiacevole. La notizia, commentata da Padre Alex @Zanotelli su @manifestiamo.eu, che il 10 dicembre il Parlamento ha definitivamente approvato il disegno di legge delega di riforma delle Forze Armate. Ne riporto un ampio stralcio.
"La Destra ha votato compatta a favore, nonostante avesse appena sfiduciato il governo. Il PD, nonostante alcune voci contrarie, ha pure votato a favore. Unico partito contrario: IDV. Un amaro regalo di Natale questo che il governo Monti ci lascia prima di dimettersi. Un regalo alla casta dei militari, alla lobby dei mercanti di morte. La riforma infatti ci costerà nei prossimi dieci anni, l’astonomica cifra di 230 miliardi di euro! La Legge autorizza le Forze Armate a riorganizzarsi in proprio in dodici mesi con una delega, per ora in bianco. Inoltre questa Legge prevede un taglio di 43 mila addetti sia militari come civili nei prossimi dieci anni.
La cosa però che sorprende è che i soldi risparmiati rimangono al Ministero della Difesa per l‘ammodernamento ‘ dell’esercito. Mentre per la Spending Rewiew di Monti, i soldi risparmiati avrebbero dovuto rientrare nel Bilancio dello Stato. Ed invece saranno usati per comperare i nuovi sistemi d’arma. In poche parole il Ministro della Difesa avrà un miliardo di euro in più all’anno da spendere in nuove armi! Inoltre la nuova legge prevede che gli enti locali dovranno rimborsare il Ministero della Difesa per gli interventi di soccorso e prima emergenza come terremoti e alluvioni. Tutto questo avviene mentre la crisi economica lascia senza lavoro centinaia di migliaia di lavoratori e non ci sono soldi per il welfare, per la sanità, per la scuola , per il terzo settore.
Assistiamo attoniti al tradimento del governo Monti e dei partiti. E mentre è passata in tutta fretta la Riforma della Difesa (se ne parlava da vent’anni!), non si è fatto nulla per la Riforma della Cooperazione, che è l’altra faccia della medaglia! E questo nonostante che ci sia un ministro cattolico, A. Riccardi, alla Cooperazione Internazionale. (E’ da vent’anni che girano in Parlamento proposte di riforma della Cooperazione internazionale che è ormai ridotta ai minimi termini!). Nel 2000 l’Italia aveva promesso all’ONU che avrebbe versato lo 0,7% del suo PIL per sconfiggere la povertà. L’Italia , all’ultimo posto nella graduatoria, ha disonorato in questi dodici anni gli impegni presi arrivando allo 0,2% del PIL mentre spende il 2% del PIL in armi.
Siamo giunti così alla follia di spendere, lo scorso anno, 26 miliardi di euro (dati SIPRI) a cui bisogna aggiungere 15 miliardi di euro per gli F-35. Si tratta di 41 miliardi di euro: una vera e propria manovra! Nessun taglio alle armi, anzi la Difesa avrà un miliardo in più da spendere nell’acquisto di sofisticati strumenti di morte. Mentre il governo Monti ha tagliato fondi alla scuola, alla sanità, al terzo settore. Mi amareggia il silenzio della Conferenza Episcopale Italiana. Altro che ‘pace in terra agli uomini di buona volontà’ che è il cuore del messaggio natalizio."
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