domenica 28 giugno 2009

SENZA INCENTIVI NESSUNA EFFICIENZA


Alla fine del corso di medicina palliativa che abbiamo organizzato a Brindisi, chiacchieravo con Giovanni Elia, il medico italiano, esperto in cure palliative, che dirige un Hospice a San Diego (USA) e che ha animato le due giornate di studio da noi intitolate per l'appunto "italo-americane". Dai medici americani vogliamo sempre sapere quanto guadagnano e con mia sorpresa Giovanni mi ha detto: "la mia soddisfazione proviene dai pazienti che vedo: o ne vedo 2 o ne vedo 100 il mio guadagno non cambia". Sembrerebbe un'eccezione nel panorama americano, ma non è proprio così. Poi, raccontando le mie difficoltà ad ottenere risposte veloci dal supporto amministrativo della mia ASL (personale, apparecchiature, riparazioni, piccole forniture ecc), mi ha detto."Da noi gli amministrativi guadagno sui risparmi e sulla efficienza che riescono a realizzare. Se non c'è un incentivo, è difficile ottenere efficienza". Quindi, medici ben pagati che non hanno bisogno di ricorrere alla libera professione per raggiungere un reddito di tutta tranquillità, impiegati stimolati a far funzionare la struttura. Ai medici basterebbe anche dare riconoscimenti di altro tipo: possibilità di effettuare visite di formazione in centri specilizzati una volta l'anno, libri e riviste per aggiornarsi. Giovanni può stare fuori dalla sua struttura per due mesi all'anno per finalità di aggiornamento. Quello che Giovanni mi ha anche detto e che devono sapere i miei lettori, è che il suo contratto è comunque a tempo determinato e che, se la struttura in cui opera non raggiunge gli obiettivi economici ed assistenziali, alla scadenza non gli verrà rinnovato.
Le cronache di questi giorni ci dicono invece che in Italia la politica che governa la sanità ed il management dalla stessa espresso non si curano affatto del raggiungimento di obiettivi assistenziali ed economici. I medici che vogliono ben operare non hanno nessun incentivo e riconoscimento, per questo capita che le strutture a loro affidate non funzionino e a questo non sembra esserci alcun rimedio. I sindacati chiedono aumenti ed incentivi a pioggia, per chi lavora e per chi non lavora. Tutto questo genera sprechi ai danni delle tasche dei cittadini. L'esperienza pugliese ha dimostrato che i metodi di governo sono sempre gli stessi chiunque giunga al potere. Per questo forse alle prossime lezioni servirebbero dei partiti tematici. Me ne vengono in mente due: "Per una buona sanità" e "contro discariche e inceneritori". Naturalmente non sarò candidato, ho troppi pazienti da vedere per avere anche il tempo di fare politica.

venerdì 26 giugno 2009

A VOLTE RITORNANO


Passata la buriana elettorale alla quale ho partecipato da semplice elettore, posso riprendere i miei commenti raccontando qualche storia ai miei dieci lettori. Purtroppo racconto quasi sempre storie che mi capita di vivere in ragione del mio lavoro, ma come si fa, si racconta quel che si vive. Ieri sono stato ad Andria, una città importante della Puglia, a 150 Km dalla mia. Un'associazione ONLUS nata per ricordare una giovane insegnante morta lo scorso anno per un rarissimo tumore alla mammella, aveva indetto un concorso per la ricerca scientifica su questo tipo di cancro. Avevo risposto al bando e non senza sorpresa mi sono ritrovato tra i vincitori. Ieri si svolgeva la cerimonia di consegna della borsa di studio. Per me è stato un ritorno in quella città. Infatti dal 2005 al 2007 vi ho trascorso un periodo lavorativo non come medico ma come direttore generale della neonata asl della sesta provincia pugliese, la BAT (Barletta Andria Trani). Tra il folto pubblico c'erano molte persone con cui avevo lavorato in quei due anni e la loro presenza mi ha indubbiamente fatto molto piacere. Ho lasciato quell'incarico volontariamente perchè mi sembrava che gli sforzi fatti per promuovere il servizio sanitario pubblico non fossero condivisi dai miei superiori che mi avevano nominato. Comunque quella esperienza ho raccontato nel libro "La Sanità Malata" edito da Glocaleditrice di Lecce a dicembre 2008. Per chi fosse ancora interessato a cambiare la nostra sanità.