lunedì 16 settembre 2013

"CHI NON MUORE SI RIVEDE"





"Chi non muore si rivede" (Garzanti) é l'ultimo libro di Alberto Maggi, frate dei Servi di Maria, biblista noto ed apprezzatissimo soprattutto dal pubblico meno allineato con una lettura del Vangelo filtrata dalle esigenze della istituzione religiosa e più interessato alla comprensione originaria, testuale, inquadrata storicamente. E questa comprensione Maggi ha approfondito e divulgato per tutti gli anni del suo ministero richiamando al Vangelo quanti se ne erano allontanati a causa di una lettura devozionistica e - come egli stesso ripete spesso - "listata a lutto".
Il 9 aprile 2012 un evento sconvolge la sua esistenza ed i suoi programmi: una grave dissecazione aortica mette in pericolo la sua vita. Oltre due mesi di terapia intensiva e tre interventi lo restituiscono alla sua missione. Ma la malattia gravissima che lo ha colpito diventa una occasione per singolari relazioni con l'equipe sanitaria, gli amici, i parenti, i visitatori, i preti e tutti coloro che sono andati a trovarlo. Il titolo del libro non é altro che il saluto di Maggi al suo ingresso in sala operatoria all'equipe sanitaria perplessa ma incoraggiata dalla fiducia rilasciata.
Ma chi pensasse al solito libro che racconta l'avventura a lieto fine di un malato grave si sbaglia. C'é di certo la "malattia in prima persona" di focaultiana memoria che manca alla percezione dei medici, ma c'é una personale esperienza con la morte, il morire come rinascita, come attaccamento alla vita, non quella biologica, ma la "Zoe" la vita indistruttibile che dentro ciascuno. 
Nel libro accanto alla cronaca spesso satirica delle giornate in terapia intensiva si aprono pagine di approfondimento umano, esistenziale, religioso dei grandi temi della vita, la malattia, la debolezza, la morte fisica, la vita che non muore, senza semplificazioni  e vani ottimismi. La comprensibile gratitudine verso l'equipe medica che lo ha salvato non gli impedisce di cogliere quando ci sono comportamenti scortesi e inumani. Ma la serenità e la fiducia nel bene affascina anche gli operatori che lo assistono ed il box 6 della terapia intensiva diventa un luogo terapeutico per infermieri e medici che vogliono comprendere le ragioni di tanta serenità. Il malato diventa così contagioso!
Belle le pagine sulla mamma deceduta un mese dopo il suo ricovero, "maggiolina" la chiama e ne ripercorre le tappe che hanno dato impulso alla sua vita di prete pur essendo lei una non credente. E quella di parlare ai non credenti é una preoccupazione costante del ministero di Maggi. Nelle pagine autobiografiche del libro vi sono numerose tracce. Ritorna anche qui il messaggio costante della predicazione sua - e del suo compagno di convento e di studi  Ricardo Perez Marquez - e cioè che il vangelo si capisce vivendolo e che il vangelo é sempre per la felicità dell'uomo. "Un eretico in corsia" doveva essere originariamente il titolo  del libro. Sì perché Maggi é considerato ingiustificatamente un eretico da certa gerarchia che vuole i fedeli sempre sotto il peso del peccato, della penitenza, della tristezza.


Ho cominciato a leggere le omelie di Alberto Maggi sette anni fa su un blog che non era il suo ma quello di don Vitaliano Della casa. Non sapevo chi fosse ma quelle letture mi convincevano molto. Poi ho scoperto i video settimanali di esegesi del vangelo della domenica su Youtube che mi sono stati di conforto per affrontare le inascoltabili prediche domenicali della mia città. Ho cominciato a leggere i suoi libri di esegesi popolare dei Vangeli e dell'Apocalisse (Perez) e ho ripreso confidenza con i testi evangelici. In streaming ho seguito gli incontri domenicali di Montefano: 200 persone in sala e 100 in collegamento. Due amici sono andati con Ricardo e Alberto in Terra Santa e sono tornati ammaliati da questa esegesi corretta ma anche anti-religiosa.
All'inizio di settembre sono andato con mia moglie, non credente, al 21o incontro biblico di Maggi e Perez ad Assisi. C'erano più di 400 persone da tutto il centro nord soprattutto. Vi erano altri non credenti. Mia moglie é rimasta affascinata da questa lettura  così umana e cosi scientifica del Vangelo.
Ai tempi di Papa Francesco Maggi non é più un eretico. Senza volersi sempre piangere addosso, devo però constatare che al Sud si sente molto la mancanza di una spiritualità così umana ed incarnata.
Prevalgono deviazionismi, superstizioni e spiritualità tutte incentrate sul peccato, il sacrificio, l'espiazione come nel culto di Padre Pio ad esempio.
Ad Assisi Alberto Maggi sapendo che sono un medico mi ha chiesto un feedback  dal mio punto di vista al suo libro. Questa pagina lo é in gran parte. "Quella del medico e dei suoi collaboratori é una vera missione" mi ha detto e lo é soprattutto nei reparti dell'emergenza, aggiungo io. Come lui anche il medico deve dare coraggio, confortare sostenere, tutto quello il malato Alberto ha sperimentato su di sé e che il frate Alberto fa ogni giorno da anni con la divulgazione del suo lavoro di biblista.