domenica 23 maggio 2010

LA SALUTE DEI BAMBINI ED I PESTICIDI





I pediatri canadesi hanno lanciato un documentato allarme sugli effetti dei pesticidi nei bambini divulgando uno studio condotto da un ente di ricerca americano.
Il Consiglio Nazionale della Ricerca e Accademia di Scienza degli Stati Uniti ha, infatti, ricevuto l’incarico di studiare le implicazioni politiche e scientifiche riguardanti i pesticidi nella dieta di bambini e ragazzi. Ecco le conclusioni a riguardo. “La quantità e la varietà di pesticidi oggi usate è di gran lunga maggiore che in ogni altro periodo della storia.
Esistono differenze qualitative e quantitative nella tossicità dei pesticidi tra adulti e ragazzi. Bambini e ragazzi possono sviluppare effetti tossici per quantità molto piccole per il loro differente metabolismo, il maggiore assorbimento, diete con maggiore concentrazione di alcuni prodotti contenenti elevate quantità di pesticidi e possono riportare effetti di tipo neurologico, comportamentale, endocrinologico ed oncologico che non sono visibili nell’adulto, a causa delle esposizioni in utero e durante alcune fasi dello sviluppo.
La tolleranza costituisce la più importante modalità con cui i livelli massimi ammissibili di pesticidi residui negli alimenti sono determinati. Le concentrazioni tollerate sono basate soprattutto sui risultati di studi condotti dai produttori di pesticidi e sono concepiti rispetto alla più elevata concentrazione residua dopo un uso normale in agricoltura. La tolleranza non è basata principalmente su considerazioni sanitarie. I medici ed i ricercatori devono assicurare che i levelli massimi ammissibili siano basati su considerazioni sanitarie sia per i livelli trovati nelle fonti di alimenti che quelle conseguentemente trovate nell’acqua e nel terreno.
L’attuale sistema regolatorio guarda solo alle esposizioni medie dell’intera popolazione. Di conseguenze variazioni nell’esposizione da dieta a pesticidi ed i rischi per la salute correlati all’età ed ad altri fattori come l’area geografica e la razza non sono considerati. La dieta è un’importante fonte di esposizione ai pesticidi.
I bambini possono contaminarsi attraverso la cute giocando su terreni in cui sono stati impiegati pesticidi. Nei lavoratori dell’agricoltura sono stati rinvenuti livelli di pesticidi nell’organismo molto elevato per un processo di accumulo, ed un rischio di sviluppare sarcomi delle parti molli e linfomi non-hodgkin superiori al resto della popolazione.
Nei cibi possono trovarsi residui di numerosi pesticidi ciascuno dei quali è ritenuto nei livelli ammissibili ma il loro effetto concorrente non è tenuto in considerazione.”
La Commissine conclude invitando le autorità a condurre controlli molto stretti sui residui di pesticidi negli alimenti, nel suolo e nell’acqua. Quest’ultima è di gran lunga più assunta da un bambino rispetto ad un adulto in rapporto al peso corporeo.
I medici sono invitati ad essere molto accorti sugli effetti acuti e cronici dell’applicazione locale a mezzo spray, le applicazioni domestiche e quelle nei cibi. Ad educare i pazienti circa i pericoli per la salute associati ai pesticidi. Ad incoraggiare le alternative ai pesticidi.
Come l’uso di prodotti organici ed il trattamento in modo alternativo dei prati. Incoraggiare le autorità locali a proibire l’esposizione delle persone ai cittadini. A questo riguardo la città di Cootie St. Luc, vicino Montreal (Canada) ha vietato con una legge locale l’uso dei pesticidi.

È poi proprio di qualche giorno fa la pubblicazione sulla prestigiosa rivista medica internazionale Pediatrics di un lavoro condotto da ricercatori della Harvard University di Boston (USA), che hanno intervistato le famiglie di 1139 bamabini, hanno misurato residui di pesticidi organofosforici nelle loro urine ed hanno trovato che a livelli di pesticidi 10 volte superiori in alcuni casi era associato ad un rischio di disturbi dell’attenzione/disordine di iperreattività più frequente del 55%.

Ma come stanno le cose dalle nostre parti? Le relazioni sullo stato di salute della ASL locale, nel 2000 e nel 2006, non riportano, perché mancanti, i dati sui consumi di pesticidi. Nel bilancio di esercizio della ASL di Brindisi del 2009, recentemente pubblicato, il dipartimento di prevenzione denuncia alcune centinaia di controlli sugli alimenti che sono risultati tutti nella norma. Le cronache di qualche anno fa, durante un’estate particolarmente calda, hanno riportato diversi episodi di intossicazione di braccianti durante l’attività di irrorazione con pesticidi.
Alla luce di queste chiare evidenze scientifiche, siamo forse di fronte ad una situazione che merita un serio approfondimento.




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domenica 9 maggio 2010

OCCHIO ALLE VACCINAZIONI

A Busto Arsizio (Varese), un giudice per la prima volta in Italia, ha riconosciuto la possibilità di un nesso causa-effetto tra vaccinazione e autismo. «Mancando la prova di altre cause concomitanti, c’è una ragionevole probabilità che ciò sia avvenuto», ha detto in buona sostanza il tribunale di Busto, condannando il Ministero della Salute a risarcire i genitori di un bambina di Gallarate che aveva sviluppato problemi di autismo proprio in seguito a una vaccinazione obbligatoria (era un’antipolio), secondo quanto prescritto dalla legge 210 del 1992 che risarcisce appunto i danni causati da vaccini. Sentenza clamorosa. Non solo perché i danni da vaccino sono contestati dall’establishment ufficiale, i cui rapporti con le case farmaceutiche sono tutt’altro che limpidi ed esenti da conflitti di interesse, ma soprattutto perché il Tribunale di Busto, nell’emettere la
sentenza, ha contraddetto persino il suo stesso consulente tecnico che aveva espresso parere contrario. «Ci muoviamo su di un vero e proprio campo minato», avverte Saverio Crea, avvocato di Firenze, uno dei legali che ha difeso in giudizio il diritto al risarcimento.
Non è il solo caso riconosciuto da un giudice, ce ne è stato un altro in Lombardia. Esiste un’associazione che si chiama CONDAV (Coordinamento nazionale dei danneggiati da Vaccino), alla quale aderiscono anche molti militari ammalatisi per l’uranio impoverito, ma molto più probabilmente per un cocktail di vaccini,.
I medici che lavorano con questo coordinamento sostengono che non tutti i casi di autismo sono attribuibili ai vaccini ed al mercurio in esso contenuto fino ad un certo periodo come disinfettante. Ma anche a reazioni anomale e prolungate ai vaccini, che persistono per molti anni dopo ed i cui segni sono rivenibili nel sangue dei piccoli pazienti, nei quali compaiono altre malattie.
«In molti casi, non in tutti ma la gran parte, c’entrano i vaccini. A volte gli eccipienti,
a volte gli stessi antigeni virali. Questo lo si vede bene dagli esami del sangue. Vengono genitori che riferiscono di disturbi comparsi ‘dopo la vaccinazione’. Tutte le istituzioni questo lo negano. Ci sono medici che dicono ‘potrebbe essere stato’, ma non lo registrano sulle cartelle. É un dato che viene omesso, sempre. Da questi esami, che servono proprio per valutare la reazione anticorpale a un determinato vaccino, si rilevano reazioni anomale. Risposte eccessive a quel vaccino, anche a distanza di dieci anni dalla vaccinazione». Se uno ha fatto la vaccinazione al morbillo dieci anni prima, la reazione dovrebbe essere bassa o comunque entro certi limiti. Invece i valori sono esagerati, non giustificati. I medici dicono: ‘buon per lui, è ancora protetto…’. E non si pongono il perché. Per noi invece una risposta esagerata e prolungata nel tempo è il due più due: se c’è una reazione, il pensiero è che c’entrino direttamente questi virus o i loro eccipienti». Ma ci sono anche altre malattia infantili in spaventoso aumento «Per esempio il diabete precoce infantile che è una malattia auto-immune. É aumentata anche questa notevolmente e sono state ipotizzate pure qui cause vaccinali, tutte ricollegabili all’introduzione della profilassi contro l’epatite B.
E possono rientrarci encefalopatie, problemi spastici e paralisi. É chiaro che si creano squilibri nel sistema immunitario. Sono violenze a un sistema che non è preparato, pronto, per ingressi di materiale genetico esterno così a sorpresa».
Quando si sottopongono i bambini alle vaccinazioni obbligatorie, si chiede ai genitori di firmare il consenso informato, ma queste possibili gravi conseguenze non sono riporatate perché non sono riconosciute dalla comunità scientifica, per cui, che consenso informato è?
C’è una pressione mediatica troppo forte verso le vaccinazioni. L’abbiamo vista nei mesi scorsi per l’influenza ed anche per l’infezione da HPV, che in Danimarca non è stata adottata in quanto quel governo ha ritenuto troppo poco convincenti le evidenze sulla sua capacità di ridurre le già scarse (almeno nel mondo occidentale) morti per cancro alla cervice. Un tumore che può essere curato se diagnosticato precocemente con il Pap test. Ci sarebbe cioè una sproporzione tra il numero di persone esposte al vaccino ed il presunto numero di vite salvate.




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sabato 1 maggio 2010

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE VENDOLA DA UNA FAMIGLIA VITTIMA DEL PETROLCHIMICO DI BRINDISI

OGGI NON PARLO IO, FACCIO PARLARE UNA VITTIMA DEL PETROLCHIMICO DI BRINDISI


Egregio Presidente della Regione Puglia
On Nichi Vendola,

mi chiamo Rosangela Chirico, sono nata 41 anni fa a Ceglie Messapica, dove abito e cerco di guadagnarmi da vivere facendo l’artista. 13 anni fa mio padre Donato è deceduto per un Cancro al fegato. Aveva lavorato per oltre 20 anni al petrolchimico di Brindisi, dove aveva inalato il Cloruro di Vinile Monomero (CVM). Alla fine degli anni ‘90 la Procura della Repubblica di Brindisi aveva aperto un’inchiesta per le morti e le malattie di decine e decine di lavoratori come mio padre, ma nel 2004 ha deciso l’archiviazione del procedimento per le ipotesi di reato contro le persone. Con i familiari delle vittime, riunite nel movimento “Vittime del Petrolchimico” e con il sostegno di Medicina Democratica, dovemmo fare diversi sit-in in piazza a Brindisi ed anche davanti al Tribunale per ottenere che l’archiviazione, annunciata in TV circa un anno prima, fosse notificata alle parti lese per poter fare opposizione. Ma nonostante le evidenze scientifiche, compreso un pronunciamento della IARC (International Agency for the Research on Cancer) che nel 2007 ha incluso gli epatocarcinomi del fegato tra i tumori provocati dal CVM, il Giudice per le indagini Preliminari ha archiviato le accuse.
In sede civile è in corso un procedimento di risarcimento che riguarda mio padre, è in corso da oltre 10 anni. Di recente, dopo il deposito di una perizia di ufficio e delle controdeduzioni, la causa è stata aggiornata al 2012.
Non pretendo di avere ragione a tutti i costi ma chiedo di avere risposte scientificamente fondate e in tempi ragionevoli. La mia famiglia con le altre confidava nella magistratura, almeno nei suoi poteri di indagine grazie soltanto ai quali oggi si effettuano ricerche epidemiologiche perché le ASL in Puglia non producono studi sugli effetti delle esposizioni nocive né sulle popolazioni né sui lavoratori.
Due anni fa alcune Associazioni (Medicina Democratica e Salute Pubblica) si rivolsero a Lei per ottenere che gli Enti Regionali che hanno i dati (ASL, ARPA, Osservatorio Epidemiologico) rianalizzassero le coorti del Petrolchimico di Manfredonia e Brindisi. La Procura della Repubblica di Venezia lo ha fatto ed ha dimostrato che lì sono morti 80 lavoratori in più rispetto ad i loro compagni impiegati negli uffici.
Un Senatore della Repubblica, il Prof Antonio Gaglione, ha rivolto una interrogazione al Ministro della Salute, il quale ha risposto, evidentemente dopo essersi consultato con l’Istituto Superiore di Sanità, detentore dei dati di quelle coorti di lavoratori, che la ri-analisi non serve perché non si deve dimostrare nient’altro.
Il 30 aprile si apre a Bari il processo di appello per i morti e le malattie al Petrolchimico di Manfredonia (almeno lì un processo si è fatto ed un appello si sta facendo).
Non mi risulta che la richiesta di riesaminare le coorti dei lavoratori abbia trovato accoglienza da parte della Regione. Eppure il Direttore dell’ARPA, professore Assennato, aveva offerto la sua disponibilità dal momento che i dati di Brindisi sono in suo possesso.
Mi sembra di sentire già le voci di quanti considerano queste questioni “acqua passata”. E invece credo che l’entità dei danni non è stata neppure minimamente ricercata per una assurda volontà di occultamento, come se oltre il danno subito ed il tributo di vite umane pagato, si debba stare in silenzio, senza pretesa di risarcimento e pronti ad accogliere altre stragi, quelle future e quelle in corso (quando si studierà la coorte di Taranto?).
Ma questa conoscenza non serve solo a dare dignità alla nostra terra, ma anche a dare una possibilità di successo alle famiglie di chi non c’è più negli estenuanti giudizi contro l’INAIL e le proprietà degli impianti che si dissolvono col tempo in mille passaggi societari.
Egregio Presidente, questa storia, per quanto mi riguarda e credo per quanto riguarda tanta gente, non sarà mai “acqua passata”, non solo perché interessa migliaia di famiglie, ma perché riguarda la dignità di una Regione che si vuole, nonostante tutto, “migliore”.

In attesa di un cortese e pubblico riscontro Le porgo distinti saluti.

ROSANGELA CHIRICO


30 aprile 2010



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