venerdì 12 aprile 2013

SANITA': IL RITO DEL CAPRO ESPIATORIO

Nel marzo 2011 ( si vede che la primavera è tempo di tempeste ormonali anche per la sanità!) la Puglia fu attraversata da una gran voglia di cambiare i direttori generali delle ASL. Circa quella inutile proposta così ebbi a commentare: “Qualche settimana fa una seconda bufera giudiziaria si è abbattuta sulla sanità pugliese….La lettura degli atti giudiziari non sarà edificante ma è sicuramente istruttiva. Preoccupato dalla “nudità” in cui questa disponibilissima lettura ha posto le attuali forze di governo, il maggiore partito della coalizione ha “unanimemente” chiesto due cose: l'azzeramento dei vertici delle asl (alias direttori generali) e il loro reclutamento per “concorso”. Se fossero sinceramente orientate ad ottenere un concreto cambiamento della situazione, le due proposte sarebbero perfettamente inutili. Nel primo caso si tratterebbe di cambiare i burattini lasciando lo stesso burattinaio. D'altronde non è pensabile che il burattinaio si suicidi….Se il comando rimane sempre in mano alla politica, a che serve cambiare i direttori generali?” E’ davvero ridicolo e drammatico al tempo stesso vedere che ad attaccare un direttore generale, oggi come ieri, siano gli stessi che lo hanno nominato o che hanno preteso da lui soluzioni “particolari” con alterne fortune. Certamente i cittadini pugliesi e brindisini non sono contenti della loro sanità, lo dicono recenti studi di economia sanitaria , lo dicono i cittadini stessi, basta ascoltarli per le strade. Ma i direttori generali non ne hanno alcuna colpa, sono le politiche in atto che determinano un sistema inefficiente (con pseudo ospedali inutili ancora aperti per alimentare il clientelismo) e impermeabile a quanti non possono pagare di tasca propria per via dell’equivoco della libera professione. Se continueremo a tenere aperti simulacri di ospedali, a pochi chilometri di distanza tra loro, non ne avremo mai uno efficiente, dotato di tutte le specialità che necessitano e che funzioni 24 ore al giorno. Se non ci sarà un unico modo per accedere alle prestazioni sanitarie, non vi sarà mai giustizia. Emergency sta aprendo ambulatori per indigenti in Italia dove il 20% dell’utenza è italiana. Una vergogna per un paese che spreca denari in corruzione (vedi i costi degli scandali per protesi e delle farmatruffe). Rimane poi la questione del ‘concorsone’. Prima i manager erano impreparati tanto che serviva un super-corso per selezionarli, ma adesso che vengono fuori dal concorsone ‘rivoluzionario’ (così lo definisce Vendola) non vanno bene ugualmente. Nella storia è sempre servito un capro espiatorio, un parafulmine della violenza. Lo ammazzeranno, ma i loro peccati non saranno perdonati!