martedì 31 luglio 2012

TARANTO: SENZA LE ASSOCIAZIONI, TUTTO COME PRIMA!

Che a Taranto ci fosse una concentrazione pericolosa e dannosa di inquinamento ambientale di origine industriale era cosa nota anche ai profani di chimica ed epidemiologia da decenni. E non solo. Gli studi epidemiologici condotti dall'OMS e da altre istituzioni nazionali denunciavano una situazione molto critica. Per esempio era già noto dagli anni '80 che anche tra le donne la mortalità per patologie respiratorie a Taranto era superiore all'atteso. Ma come spesso accade, perchè la questione assurgesse agli onori della croncaca e della verità nel modo traumatico del sequestro giudiziario, c'è voluto l'impegno scientifico di Alessandro Marescotti, fondatore un paio di decenni fa della associazione telematica per la pace Peacelink, che sarà pure, come scrive l'ARPA, con una caduta di stile, un "insegnante di materie letterarie in un liceo tarantino", ma che nel 2008 ha fatto quello che nessuna istituzione preposta alla tutela dell'ambiente e della salute aveva mai fatto: l'analisi del pecorino prodotto nei pascoli prossimi all'ILVA con evidenza di concentrazioni di diossina e PCB tre volte superiori ai limiti di legge. A seguito di questa iniziativa la ASL di Taranto abbaterrà 1300 capi di bestiame allevati a ridosso dell'ILVA. A seguito della denuncia degli allevatori sono partite le attività giudiziarie che hanno indotto la Procura della Repubblica a disporre le indagini epidemiologiche su popolazione e lavoratori, anche queste mai condotte fino ad allora in Puglia. Trenta morti in più all'anno attribuibili all'ILVA. Finalmente l'epidemiologia parla un linguaggio comprensibile al popolo! Nel 2010 sempre Peacelink insieme ad un'altra associazione, Altamarea, evidenzia troppa diossina nelle carni di ovini e caprini. Un'ordinanza della Regione Puglia vieta il consumo di fegato degli ovini e caprini cresciuti in un raggio di 20 km dall'area industriale di Taranto. Anche il Consiglio Regionale deve rincorrere le associazioni: è della fine del 2008 la legge regionale che abbassa a 0.4 ng/Nm3 il valore di diossina, ma a marzo 2009 viene modificata, niente controlli in continuo ma solo per tre settimane all'anno e per parte della giornata. Ma il problema purtroppo rimane tutto intero, in quanto la diossina non esce solo dal camino E312, ma attraverso emissioni non convogliate. Nel 2011 il Fondo Antidiossina del prof Fabio Matacchiera (un altro "insegnante") fa analizzare i mitili, le famose "cozze di Taranto". Emergono valori estrememente preoccupanti. La ASL di Taranto vieta il prelievo e la vendita del cozze allevate nel primo seno del Mar Piccolo. I mitili presentano concentrazioni di diossina e PCB superiori ai limiti di legge. Qualche giorno prima del sequestro giudiziario Marescotti divulga i dati di uno studio di ricercatori dell'ARPA che evidenzia un eccesso di piombo nelle urine dei tarantini suscitando la precisazione inopportuna dell'Agenzia. Il resto è cronaca giudiziaria e sindacale. Purtroppo nessuno ha mai solidarizzato con i morti ed i malati di Taranto, nè con le loro famiglie ed i bambini, nè con i lavoratori dell'agricoltura e dell'itticoltura che il posto di lavoro lo hanno già perso.

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