sabato 12 febbraio 2011

Pugliamo l'Italia? In sanità meglio di NO

Periodo di chiusura di ospedali in Puglia. Sembra essere tornati indietro di 8 anni. Lo stesso si fece nel 2002 (centro-destra) in ossequio ad un accordo con il Governo: diminuzione posti letto (perchè costano) in cambio di ripiano dei debiti. Così avviene oggi: riduci ancora i posti letto e ti diamo 500 milioni che abbiamo tenuto fermi in attesa che tu (Regione) rispettassi gli accordi. Ovviamente la Regione Puglia (centro-sinistra) accusa il Governo (centro-destra) delle chiusure necessarie per non far perdere soldi alle dissanguate casse della sanità regionale. In realtà il quinquennio 2005-2010 (centro-sinistra) ha visto tutte le asl chiudere con disavanzi ogni anno. Assunzioni dilaganti perchè erano state bloccate fino al 2004, rinnovi contrattuali, aumento della spesa per la medicina generale e per la farmaceutica, le principali cause. Ma a fronte di tutto ciò la qualità dell'assistenza e l'offerta sanitaria in Puglia non è migliorata. Una prova? Le liste di attesa aumentate e la migrazione fuori regione dei pazienti costante. Perchè allora tanti soldi spesi in più? Per garantire una forma di reddito ad un'area cospicua della popolazione (40.000 dipendenti diretti e un indotto non facilmente quantificabile ma sempre a 5 zeri)?
In realtà la rivoluzione culturale non ha lambito la sanità pugliese. Si è gridato alla deospedalizzazione ma oggi non abbiamo nè la sanità fuori dagli ospedali nè ospedali di eccellenza. Il consumismo farmaceutico e radiologico non è stato contrastato e chi paga sono sempre gli stessi.

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