giovedì 17 novembre 2011

ESCLUSIVA INTERVISTA ALL'ASSESSORE ALLA SANITA'


Siamo andati a trovare l'Assessore alla Sanità di Partenia. Pensavamo di aver capito che ci avrebbe ricevuto in assessorato. Arrivati negli uffici abbiamo, invece, trovato dappertutto gruppi di lavoro composti da infermieri , tecnici, medici e qualche amministrativo. “L'Assessore non c'è, è nella sua azienda agricola, viene un giorno la settimana per adottare gli atti preparati dalle varie commissioni”.
Un po' sorpresi abbiamo raggiunto l'Assessore nella sua proprietà fuori città, una masseria del '700. Un dipendente ci ha accompagnato nel capannone dove si fa il vino. Tra poco infatti arriva sulle tavole il vino novello.
“Benvenuti, un bicchiere di vino novello?”
“Perchè no!” e giù un negroamaro-malvasia in un bicchiere di terracotta.
“Allora, cosa volete sapere da questo povero Assessore?”
“Povero? Non sembra povero!”
“Intendo povero perchè ogni giorno gli piovono addosso critiche come se tutto ciò che va storto dipendesse da lui”
“Guardi, non siamo venuti per angustiarla. In fondo sono anni che ogni giorno possiamo leggere le sue dichiarazioni e le sue interviste. Ormai la consigliatura è alla fine e ci piacerebbe sapere se c'è una sola realizzazione del suo mandato di cui si sente di parlare con soddisfazione”
L'Assessore ci pensa un po', manda giù un altro sorso di novello e si aggiusta il cappello di vimini.
“Le dico la verità, non sono riuscito a migliorare la simpatia dei concittadini per la nostra medicina. E lo sa perchè?”
“Perchè?”
“Perchè non siamo capaci di appassionare ai malati i nostri medici?”
“Ma non c'è proprio nulla di cui sia contento?”
“Sì, una realizzazione di cui sono orgoglioso c'è. Una sperimentazione. Visto che c'erano tanti lacci e lacciuoli soprattutto nei contratti di lavoro, ho proposto un esperimento”
“Quale?”
“Nel paese di Filopato ci sono tre edifici, molto vicini tra loro: un ospedale, un poliambulatorio ed un hospice”
“Perchè ne è orgoglioso?”
“Abbiamo chiesto ai medici che volevano lavorare in questo esperimento di rinunciare alla libera professione di qualsiasi tipo. In cambio assicuriamo periodi di formazione in centri di riferimento e l'acquisto di tecnologia di provata efficacia. “
“E quanti medici hanno risposto alla chiamata?”
“Molti, soprattutto giovani. Inoltre il governo delle tre strutture è stato affidata ad un consiglio elettivo formato da sanitari che dura in carica tre anni e viene supportato da giuristi, economisti, sociologi, psicologi, informatici, statistici, ingegneri, ma solo supportato.”
“Che vuol dire “solo”?”
“Che a decidere sono i sanitari. Per ogni decisione particolare, come l'acquisto di una nuova apparecchiatura ad esempio, si costituisce una commissione che valuta tutti i 'pro' ed i 'contro' ed alla fine decide, soprattutto in base alla provata efficacia e non alla moda.”
“Un'altra condizione che abbiamo posto per partecipare all'esperimento è che né i sanitari né la struttura accettino sponsorizzazioni da industrie farmaceutiche e biomediche. Libri e convegni li paga il consiglio dei sanitari. E si è visto che conviene. Inoltre l'informazione scientifica industriale non è ammessa se non in contraddittorio con i farmacisti della struttura”
“E negli altri due edifici?”
“In uno ci sono i poliambulatori per i medici di medicina generale e gli specialisti, il dipartimento di prevenzione. Tutti i medici sono dipendenti. Gli specialisti sono gli stessi dell'ospedale. Una regola fondamentale è la multidisciplinarietà”
“Cosa significa in concreto?”
“Ogni medico non chiede un esame o un consulto di un altro medico che poi il paziente andrà a ricercarsi. Il primo medico che incontra il malato si fa carico di discutere il caso con gli altri specialisti e questi di eseguire personalmente ulteriori esami. Non esiste la possibilità per il paziente di prenotare da sé un esame ed abbiamo abolito il centro di prenotazione e le ricette. Ogni cittadino di Filopato ha una tessera personale che permette al medico di consultare tutti gli esami ed i ricoveri. Ogni medico scrive sul suo tablet i referti che vengono archiviati elettronicamente nella cartella personale contenuta in un grande server generale. “
“E nel terzo edificio?”
“L'Hospice”
“Per i malati oncologici?”
“Non solo, per tutti i malati che non guariranno affetti da qualsiasi malattia. Le equipe sanitaria gestisce anche i pazienti a casa e li accompagna nel poliambulatorio o nell'ospedale a seconda delle esigenze di accesso. Anche qui il malato non deve preoccuparsi di prenotare e contattare altri specialisti”
“Cosa si aspetta da questa esperimento?”
“Un maggior gradimento da parte del cittadino ed un corpo sanitario soddisfatto e dedicato”
“Pensa che l'esperimento riuscirà?”
“Abbiamo già segnali positivi. Non si fanno esami inutili, non ci sono liste di attesa perchè se l'esame è necessario si esegue subito. I cittadini di Filopato non vanno più a curarsi fuori. Quello che si recupera dalla migrazione sanitaria si reinveste nell'ospedale. I sanitari sono contenti e soprattutto gli ammalati”
Viene verso di noi una ragazza con un vassoio pieno di friselline condite con olio, pomodoro e origano ed una coppa di castagne arrostite. Una buona base per un altro po' di novello.
“Ma Assessore, perchè hanno scelto un agricoltore per la sanità?”
“Perchè l'Assessore non si occupa di soluzioni tecniche, né di primariati né di tecnologie, sono scelte dei sanitari. E poi perchè se fosse un sanitario, potrebbe imporre una sua visione o fare gli interessi di una parte della sua categoria. Il governo di Partenia dà indicazioni politiche: vogliamo un sistema dedicato, accessibile, aggiornato in base alle evidenze, informatizzato. Poi il resto lo fanno gli operatori”
Ci salutiamo, salutiamo tutti gli operai presenti nel capannone. L'Assessore ci accompagna all'uscita.
“Un'ultima domanda, mi scusi, ma il governo di Partenia è un governo di destra o di sinistra?”
L'Assessore ci pensa un po', sistema il cappello sulla testa: “Destra, sinistra? - un po' smarrito – E' un governo “intelligente”“
Una stretta di mano e la masseria è alle nostre spalle. Lo sterrato alza la polvere dietro la nosta auto. La masseria non si vede più.
Sento toccarmi un braccio. É il mio cameramen: “Sveglia, Carlo, siamo arrivati a Bari”.

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