venerdì 15 gennaio 2010
CELLULARI E CORDLESS NON SONO INNOCUI, SOPRATTUTTO PER I PIU' GIOVANI
La telefonia mobile può definirsi una caratteristica della civiltà contemporanea e la sua penetrazione non ha confini a livello mondiale al punto che essa giunge nelle società in via di sviluppo assai prima di altri più necessari ritrovati della scienza e della tecnologia. Da molti anni i ricercatori stanno indagando se le radiazioni elettromagnetiche che investono l'organismo di quanti adoperano questa tecnologia abbiano effetti sulla salute degli stessi. Queste ricerche hanno portato a stabilire dei limiti per quanto riguarda gli effetti termici o di riscaldamento provocati da tali radiazioni. Ma c'è ancora ampia controversia sugli effetti più temibili cioè quelli a lungo termine rappresentati essenzialmente dai tumori.
Lo scorso anno alcuni ricercatori di istituzioni mediche australiane, austriache e svedesi hanno pubblicato una ricerca che ha rivalutato precedenti studi sull'argomento. In particolare hanno preso in considerazione quegli studi in cui si comparavano soggetti che usavano da più di dieci anni un telefono cellulare e in cui fosse indicato il lato maggiormente impiegato per l'ascolto, con soggetti che non utilizzavano il cellulare.
Ebbene i risultati hanno evidenziato che i soggetti che usano un telefono cellulare per almeno dieci anni o più, hanno un rischio doppio di vedersi diagnosticare un tumore al cervello dallo stesso lato di maggiore uso dell'apparecchio. I dati sono statisticamente significativi per i tumori di tipo gliale (gliomi), che sono anche i più frequenti, e per i neurinomi del nervo acustico, non per i tumori delle meningi (meningiomi).
Lo studio israeliano noto come INTERPHONE ha dimostrato inoltre che i forti utilizzatori di cellulari hanno un rischio maggiore di tumori della parotide dal lato di impiego.
Cellulari e cordless sono quindi apparecchi da utilizzare con molta cautela soprattutto nei più giovani. Il Central Brain Tumor Registry of the United States (CBTRUS) dal 1995 al 2004 ha registrato un incremento del 34% (da 13.4 casi per 100.000 abitanti nel 1994 a 18.2 nel 2004) della incidenza di tumori cerebrali nella popolazione americana non spiegabile con il fenomeno dell'invecchiamento della popolazione. Altre spiegazioni sono state avanzate come una più accurata registrazione con il passare del tempo ed un ritardo nella registrazione stessa. Ma pur avanzando queste cautele per i tumori maligni, lo stesso CBTRUS registra un significativo aumento dei tumori benigni nell'età tra 0 e 19 anni (astrocitomi pilocitici, meningiomi e tumori dell'ipofisi).
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